Le biografie stagionali: Reina è stato determinante ma non sempre affidabile, la decisione sul suo futuro avrà un impatto importante sul Napoli.
Tutto è rimasto uguale
Il titolo della biografia stagionale dello scorso anno, pubblicata in data 5 giugno 2016: “Reina a due facce: il portiere che qualche volta sbaglia e l’imprescindibile leader”. Non è cambiato nulla, un anno dopo. Il fatto che tutto sia rimasto uguale, che non ci siano stati grossi cambiamenti e che l’età di Reina sia invece aumentata fino a 35 anni (da compiere) spiega lo stallo di mercato intorno al portiere spagnolo. Spiega il fatto che De Laurentiis si sia impuntato sull’individuare un co-titolare o un erede per il buon Pepe (il concetto ribadito anche ieri); spiega l’importanza extra-tecnica che ancora oggi noi attribuiamo a Reina, nel senso che la sua dimensione di uomo spogliatoio è riconosciuta nel tempo; chiarisce che prendere Reina e guardarlo come portiere-e-basta non dà l’esatta dimensione del tutto, neanche tatticamente. Un altro esempio? Sempre l’anno scorso scrivevamo così:
Il dato statistico de “l’altro Reina”, quello che comanda la difesa: 15 partite senza subire reti e un ottimo 82% nella distribuzione del pallone, con picchi del 100% in alcune partite. Da questo punto di vista, Reina è una sicurezza.
Ed è rimasto una sicurezza, come vedremo dopo, e pure una discriminante per il mercato. Perché ora, quando si parla di portieri accostai al Napoli, si discute sulla sua bravura con i piedi. Sul fatto che abbia qualità di lettura del gioco e di primissima costruzione. Reina ha rappresentato una svolta per il Napoli, con Benitez e poi con Sarri. Questo gli va riconosciuto: ha portato Napoli nella dimensione moderna del ruolo del portiere.
I dati
Reina è migliorato rispetto allo scorso anno, dal punto di vista delle parate “pure”. Nel 2015/2016, il rapporto tra interventi decisivi e gol subiti era 1.12. Oggi, quella stessa cifra è salita a quota 1.92. Il dato non è ancora altissimo, basti pensare che Buffon arriva a 2.65 e Donnarumma si spinge fino a 3.14. In questo dato la tenuta difensiva del Napoli c’entra relativamente: le conclusioni in porta concesse agli avversari sono aumentate in maniera minima (da 9 a 10.2 per match), quindi si può dire che a parte gli errori “grossolani”, che non sono costati troppi punti al Napoli (ne abbiamo parlato qui in maniera approfondita), il portiere spagnolo ha giocato una stagione discreta.
Però, poi, c’è il confronto con gli altri portieri. Abbiamo visto quello con Buffon e Donnarumma, e i numeri sono impietosi. Ma anche altri portieri della Serie A, decisamente meno “forti”, reggono bene il confronto con l’ex Liverpool. Che, secondo i dati Opta rielaborati da Goal.com, è undicesimo nella classifica di parate percentuali in Serie A (69,1%). Meglio di lui Strakosha, Cordaz, Skorupski, Berisha.
Reina è questo, lo conosciamo. Ha i suoi pomeriggi neri, le partite in cui denuncia un ritardo importante rispetto all’idea di portiere affidabile, soprattutto in quanto a mero e puro lavoro di estremo difensore classico. Il resto del ruolo, quello che riguarda l’interpretazione, resta eccellente. La distribuzione è positiva per l’82%, le uscite sono positive al 99%. Insomma, il Reina-portiere-moderno funziona ancora, anzi è determinante in positivo. Esattamente come l’anno scorso. Ed esattamente come l’anno scorso, c’è anche la parata dell’anno per ricordarci quello che Reina potrebbe essere se fosse sempre massimamente concentrato, perfettamente in forma. Un anno e mezzo fa contro l’Inter, a marzo contro la Roma. Un capolavoro. Isolato o quasi, ma un capolavoro.
Le prospettive
Anche qui non è cambiato niente rispetto all’anno scorso. Non ci copincolliamo, potete fidarvi. L’anno scorso invocavamo un dodicesimo in grado di pungolare e stimolare Reina, un giovane da svezzare alla sua scuola. Esaltavamo la sua figura di uomo-spogliatoio ma ricordavamo l’importanza di avere un portiere affidabile, prima di tutto. Insomma, i discorsi che da mesi si rincorrono e che abbiamo fatto anche noi, molte volte.
Non ci ripetiamo, ci limitiamo solo a sottolineare come la scelta di Sarri e De Laurentiis possa avere un impatto importante sul futuro della squadra. A breve termine, per una stagione che sembra partire in un certo modo (positivo); a lungo termine, perché Reina è tutto meno che eterno, anzi sembra diventare sempre più Reina con il passare del tempo. La nostra posizione è quella di un Meret – dato l’impossibilità ormai conclamata di arrivare a un profilo come Sczcesny o equipollente -, ma a prezzi ragionevoli. Quella del tecnico, secondo le indiscrezioni, è la preservazione dello status quo. De Laurentiis avrebbe voluto il colpo di spugna, diciamo che noi siamo al centro perché ci sembrava l’opzione più razionale.
Dal punto di vista di Reina, noi auspicheremmo che lui riconosca la situazione e contestualizzi il suo gioco e la sua carriera. Ovvero, si prenda quanto possibile dal Napoli oppure porti al Napoli un’occasione per assecondare la sua voglia di guadagnare di più. Anche perché, lo dicono i numeri, non ha pienamente meritato ciò che chiederebbe secondo i rumors. È stato fondamentale, per certi aspetti, ma non del tutto affidabile. È stato Reina, e noi vogliamo tenerlo così com’è. Con delle cautele, tecniche ed economiche. Ci pare giusto, pure nei suoi confronti.