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Quanti voti guadagnerà Lettieri con Cannavaro?

Fabio Cannavaro potrebbe tornare a Napoli. Non più da calciatore, né da dirigente, bensì da assessore allo Sport: il difensore iridato ha infatti accettato la proposta di Gianni Lettieri, candidato sindaco del Pdl, di prendere posto in giunta nell’eventualità che la coalizione di centrodestra vinca le prossime elezioni comunali.
La notizia non è nuova, ma merita un momento di riflessione. Non tanto sull’opportunità politica (candidare o coinvolgere nelle amministrazioni star di varia estrazione per ragioni di visibilità è gioco antico e trasversale), quanto sul valore elettorale in sé dell’iniziativa. Detto più chiaramente: ma secondo voi quanti voti fa guadagnare a Lettieri l’accordo con Cannavaro? Personalmente, credo non molti.
E’ indubbio che il nome sia altisonante e che l’eventuale inaugurazione di un impianto sportivo o di una manifestazione pubblica presenziata da Cannavaro susciterebbe entusiasmo, soprattutto tra i più giovani. Ma dal punto di vista elettorale poter spendere il nome dello stopper della Loggetta non è una mossa altrettanto forte.
Riflettiamo un attimo. Nella grande massa degli indecisi un’iniziativa del genere dovrebbe attirare l’attenzione degli sportivi. Con il popolo azzurro, però, Cannavaro non ha più il feeling di un tempo. Negli anni bui del Napoli che navigava nelle serie inferiori, che falliva e che faticosamente risaliva, Fabio è stato un nostro motivo d’orgoglio. Un napoletano e tifoso del Napoli che vince il mondiale da capitano della nazionale, che conquista il pallone d’oro, che gioca titolare nel Real Madrid senza mai dimenticare la città natale: ne eravamo tutti fieri.
L’incanto, durato per più di un decennio sin dal suo trasferimento a Parma, è finito quando Cannavaro ha commesso il gesto che il tifoso azzurro meno gradisce e mai perdona: ha legato il proprio nome alla Juve. Passi la prima esperienza (tra il 2004 e il 2006), tanto il Napoli era ancora nei bassi fondi del calcio italico, ma quando il campione del mondo, di ritorno dalla Spagna, ha preferito la sponda bianconera ad un accordo con il patròn De Laurentiis, si è irrimediabilmente compromesso. Perché a quello che doveva essere il compimento romantico della sua carriera, ovvero il ritorno dal gusto omerico a Napoli, ha anteposto la vil pecunia (orientamento d’altronde confermato dalla sua attuale collocazione negli Emirati Arabi Uniti) senza dimostrarsi disponibile al seppur minimo sacrificio per giocare le ultime stagioni con la maglia azzurra. Tanto basta per far dire ai tifosi del Napoli: ci ha voltato le spalle.
Certo, la cosa non infiammò gli animi come lo strappo con Quagliarella dell’anno successivo, mentre De Laurentiis con  la sua notoria parsimonia non fu esente da critiche. C’è da dire che molti la presero con filosofia o piuttosto con pragmatismo, trattandosi di un vecchio leone prossimo alla pensione certamente non così importante per la causa, ma rimane un dato: la rottura ci fu e da quel momento l’amore della città per il suo campione costretto all’esilio è finito.
Torniamo alle questioni elettorali: alla luce di quanto ricostruito, quanti sportivi napoletani potrebbero decidere di orientare il voto su Lettieri proprio in virtù del nome di Cannavaro? Pochi. Pochissimi. Neanche gli juventini, che a Napoli rappresentano una minoranza etnica rilevante, sarebbero tanto allettati all’idea, dal momento che considerano Fabio un traditore per aver abbandonato la barca che affonda dopo Calciopoli.
Tra l’altro, a proposito di Juve, da Napolisti residenti a Napoli corriamo il serio rischio di ritrovarci un dirigente bianconero a Palazzo san Giacomo. Lo stesso Cannavaro, in un’intervista dello scorso gennaio (per chi non la ricordasse, ecco il link http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/juve/2011/01/01-147362/Cannavaro%3A+%C2%ABJuve,+ho+ancora+un+contratto+da+dirigente%C2%BB), ha affermato di avere un contratto valido da dirigente con la società di corso Galileo Ferraris. Considerato che non sarebbe tenuto a rinunciarvi una volta insediatosi in giunta,  potrebbe ricoprire il duplice incarico di amministratore pubblico e di una società sportiva. Come la prenderebbe la cittadinanza? Vi immaginate i disoccupati che, per contestarlo, cantano e ballano “Chi non salta juventino è”?!
di Roberto Procaccini

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