Pedersoli: “Buongiorno, dottore. Si ricorda di me? Mi mandò via in malo modo, l’altra volta. Chiamò il 118 e andai via in ambulanza, stretto in una camicia di forza. Il tutto era cominciato con una crisi mistica dovuta a insulti e critiche da me ricevuti per avere detto che il Pocho merivata la squalifica, dopo avere sputato in faccia a un avversario”.
Psichiatra: “Era molto grave. Infatti la stavo aspettando”.
Ped: “Lo so, ho sbagliato. Ho cercato di curami col napolista. E’ esattamente un anno che ci provo”.
Psic: “Napolista? Cos’è, una terapia alternativa? Una setta di freudiani? Lasci perdere, mi stia a sentire”
Ped: “Si tratta di un gruppo di diversamente tifosi. Ma tutti normali. Forse un po’ border line ma normali”.
Psic: “Lei mi preoccupa.”
Ped: “Prima di chiamare nuovamente il 118, mi dia la possibilità di spiegare”
Psic: “Prego”.
Ped: “E’ stato un anno difficile, per me e per tanti tifosi del Napoli. Una campagna acquisti considerata deludente e, per quanto mi riguarda, tante notti insonni. Sogno una vecchia signora che mi insegue e mi bastona. Riesco a rilassarmi soltando scrivendo di calcio e confrontandomi con altri napolisti”.
Psic: “E precisamente di cosa scrive”?
Ped: “Difficile spiegarlo. Alterno l’analisi delle pagelle ai calciatori del Napoli a deliri calciogastronomici. Questi ultimi, però, li firmo con uno pseudonimo”.
Psic: “Pagelle e deliri calciogastronomici? Guardi che mi sto innervosendo. Lasci perdere ‘sto gruppo di pazzi, lei peggiora”.
Ped: “E’ un gioco innocente, mi creda. Un gioco che mi rilassa”.
Psic: “Dica la verità, lei fa uso di stupefacenti”.
Ped: “Ma no, dottore, è esattamente un anno che frequento i napolisti e mi sento molto meglio. Pensi, l’altra sera ci siamo incontrati in una vineria e abbiamo brindato a un anno di napolista cantando tutti gli inni possibili e immaginabili”.
Psic: “Lo dico nell’interesse suo e della sua famiglia: si ricoveri…. Vabbé, le do un’ultima possibilità: mi dimostri che non è pazzo”.
Ped: “Mi dia fiducia, dottore, la stessa che noi diamo alla nostra squadra. Così facendo, è possibile che il 22 maggio…”
Psic: “Il 22 maggio cosa?”.
Ped: “Non lo posso dire, porta male. Cerchi di capirmi, può darsi che il prossimo campionato il Napoli giochi con quel cosino triangolare di tre colori sulla maglia…. gli stessi tre colori della bandiera italiana….”.
Psic: “INSOMMA, BASTA, LEI E’ PERICOLOSO”!
Mi risveglio in un lettino d’ospedale. Ricordo solo tre cose. Lo psichiatra che mi inietta a tradimento non so quale porcheria; un gagliardetto rossonero accanto alla laurea, sul muro dello studio medico; una foto del dottore accanto a Berlusconi.
Buon compleanno, napolisti. E siate fieri. La nostra è una lucida follia. Una follia dalla quale non vogliano guarire. Una follia azzura. Alla quale, forse, aggiungeremo altri tre colori….shhhhhhhhh!
di Giuseppe Pedersoli