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Napoli-Cittadella, il mio metadone della domenica

Lo sapevo, ci sono ricascato.
Eppure questa volta ero convinto di sfuggire alla crisi di astinenza da campionato che mi colpisce ad ogni sosta o per la Nazionale o per le festività. Le premesse c’erano tutte, perché la sosta arrivava dopo una vittoria che ci consolidava al terzo posto, ad un soffio dal primo, e quindi si potevano vivere 15 giorni “petto in fuori” e pregustando la volata finale. Poi staccare ogni tanto fa bene non solo ai ragazzi per recuperare un po’ di energie ma anche a noi malati. Non dovrebbe dispiacere disintossicarsi per qualche giorno e poi, questa settimana, c’è la festa per il compleanno del Napolista che sarà più efficace di una dose di metadone per combattere eventuali crisi di astinenza.
E allora giù a far programmi con la famiglia perché è giusto non perdere mai di vista le cose importanti della vita insieme all’amore per i colori azzurri. Si va dai nonni  tutto il fine settimana, così si fa ciò che piace di più al figlio piccolino, ma anche a mamma e papà, passeggiata sulle spiaggette di Vico Equense o di Seiano e tua figlia che, ormai quasi maggiorenne, ha sempre una gran voglia di organizzarsi autonomamente, non farà storie perché torna a salutare i suoi amici di vacanza.
Si parte il sabato mattina e arrivi sereno  anche perché la sera prima sei stato alla bellissima festa del Napolista e, oltre ad aver abbracciato i tuoi brothers di fede e conosciuto nuovi, abbiamo ricordato il grande settennato di D.D. (Dio Diego) e le gioie attuali e non ce ne frega niente della Nazionale di Prandelli che sta giocando perché proprio non doveva preferire un tal Gastaldello Daniele, difensore di una delle difese più battute del campionato e che lotta per non retrocedere in B, a Paolino Cannavaro, attualmente il miglior centrale del calcio italiano.
Arriva la sera del sabato ed ecco, alle 20.45, manifestarsi il primo sintomo: caspita, pensi tra te e te, esattamente tra sette giorni a quest’ora sarò davanti alla tv a gufare il diavolo. La serata non è quella classica degli anticipi e il tuo organismo lo avverte tanto che non riesci a prendere sonno e allora accendi il computer, all’una di notte, e finalmente trovi i pezzi della festa e stai lì a commentarli fino alle 2.30, ore che mi sono servite come metadonapolista per arginare la crisi. Arriva la domenica mattina e pensi che tra sette giorni l’organizzazione familiare deve essere messa a dura prova perché mai abbiamo giocato in casa l’anticipo delle 12,30. Lo accenni alla moglie che, conoscendoti ormai come le sue tasche dopo circa 30 anni vissuti insieme, ti risponde che è presto per ragionarci e sorridendo ti dice “ma stai già pensando alla partita di domenica? Che sei già in crisi di astinenza da Napoli?..e rilassati..”. Colpito e affondato.
Provo a non pensarci,  ma arrivati  in spiaggia incontri un bimbo con la maglietta di Hamsik e ricordi, in quel momento, il poetico pezzo di Fabrizio d’Esposito su questo sito sui bambini che tornano a mettere le magliette del Napoli. E ti rendi conto che la crisi è sempre più galoppante e, per non ammetterlo con te stesso, dai la colpa a un riflesso condizionato dalla festa di compleanno del Napolista ancora viva nella tua testa . Pranzo con i nonni, alle 18 ritorno a casa. Mentre guido immagino che esattamente tra sette giorni, a quest’ora, già sapremo la nuova classifica e le finali non saranno più otto ma sette. Arrivi a casa e ti fiondi su sky-sport  per vedere se becchi la replica di Napoli-Cagliari ma niente  e allora approfitti che tuo figlio non rivendica ancora la tv per i suoi cartoni e infili il dvd con le immagini della cavalcata dalla C alla A. Quante ne abbiamo passate per stare lì dove siamo ora. Guardo i flash dei 55.000 di Napoli Cittadella e penso che questo meraviglioso pubblico, sempre innamorato dei propri colori, meritava di passare in pochi anni da Toledo e Varricchio a Lavezzi e Cavani e che sia giusto credere che il bello ancora deve arrivare.
Qui mi rendo conto che mi sono illuso, ci sono ricascato, sono in piena e totale crisi di astinenza. Non se ne può più e, siccome le torture sono abolite nella carta internazionale dei diritti dell’uomo, non si capisce perché non si aboliscono le soste. Ormai l’astinenza rischia di farmi delirare e non mi resta che urlare, come farebbe un mio vecchio amico romano de Roma ma tifoso azzurro per tradizioni familiari:  “aridatece er campionato” .
di Peppe Napolitano

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