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Tra poche ore diremo dopodomani si gioca

Soste, maledette soste. Nelle scorse ore ho cercato quanto più possibile di distaccarmi da situazioni e discorsi pericolosi alla salute psichica. Ho tentato di non ascoltare notizie, di aprire giornali o pagine web inerenti alle sorti del nostro bellissimo ciuco volante per non percepire troppo la distanza temporale. Gioia, attesa, euforia e speranza(e scaramanzia), negli ultimi tempi, sono davvero difficili da gestire. Figuriamoci quando devono restare incubati per  2 lentissime settimane. E poi, l’ho fatto anche per evitare di immischiarmi nella fanghiglia di magiche notizie che nelle soste riescono ad attecchire molto meglio.  Mi ero imposto questo atteggiamento purificativo sino a venerdì. Muto, assente, lontano, fuori. Mi auspicavo un fantasma. Non ce l’ho fatta. E’bastato un attimo per catapultarmi di nuovo nell’abisso dell’orticaria. Due parole hanno sconvolto il mio piano relax e mi son fatto fregare come un novizio. Ieri sera sono stato ad un incontro di lavoro con altre persone e mentre l’amico Roberto proponeva affari e bonus vantaggiosi, così, senza avvisare, ex abrupto, s’è interrotto e ha cambiato discorso: “ma hai sentito la notizia? Hai capito chi potrebbe venire a Napoli l’anno prossimo?”. E senza che io abbia avuto il tempo di tappargli la bocca e stoppare l’indigesta risposta, ha riferito velocemente le due paroline di cui sopra: “Felipe Melo”. Sono consapevole delle bufale e delle voci che hanno il fine di riempire il troppo tempo senza calcio giocato, ma quella di accostare il nome del brasiliano alla maglia azzurra, non è degna nemmeno del pesce d’Aprile di dopodomani. Lo trovo uno scherzo davvero malvagio. Ho ingoiato un rospo, mi si è avvampato il cervello e ho iniziato a sudare. Roberto non me lo doveva fare. Non doveva. Il giocatore che ho più preso in giro in questi ultimi due anni, il mio cavallo di battaglia per ridicolizzare la sponda bianconera non può e non deve, nemmeno per scherzo, né oggi, né mai, indossare la maglia azzurra.  E’ roba da Nightmare. Non dormirei più e non potrei più uscire di casa. Il solo pensiero mi ha fatto venire un mancamento e un po’ di nostalgia dei giorni grigi, vuoti ed eccessivamente tranquilli  della settimana ombra appena trascorsa.
Ho passato poi una brutta nottata. Ho sognato un amico che sognava Quagliarella e in preda ad incubi con la eco della voce di Felipe il gladiatore che per l’intero sonno mi ha ripetuto: “Siamo i più forti. Io e Aquilani siamo i più forti al mondo. Napoli aspettami”, stamattina mi sono svegliato male, ma sollevato. Mi son detto: “Non può mai essere. Mai”. E per recuperare il giusto spirito e la serenità, ho svelato di nuovo il poster del Pocho che avevo coperto e nascosto, ho sorriso ed ho alzato bandiera bianca definitivamente. Impossibile arrivare fino a venerdì. E’bastato un attimo per catapultarmi di nuovo nell’abisso dell’incoscienza sognante.
Sento che questo mercoledì ha indossato di nuovo gli abiti del vero mercoledì e tra poche ore, giovedì, sarà di nuovo il giorno del “dopodomani si gioca”. La settimana tarocca finalmente è terminata ed in fondo al buio tunnel lungo 14 logoranti giorni, riesco ad intravedere l’uscita. E’una piccola e fortissima luce azzurra. E allora da stamattina anch’io sono rientrato nel ritmo emozionale usuale che diventerà sempre più instabile e pregno d’ansia all’avvicinarsi del week-end. Stamattina infatti,  ho fatto colazione al solito bar in cui non esistono argomenti diversi da quelli azzurri, con gli amici ho partecipato ai soliti discorsi e in particolare su quello che dovrebbe essere il miglior esito del derby meneghino(io voto X), sono tornato a comprare il solito giornale dal solito edicolante e mi sono risintonizzato sulle solite frequenze radio,etere e quelle via adsl, ma soprattutto,ho ripreso a litigare con i soliti giuventini a cui ho riferito che il Melo sta bene dov’è. Cioè, al solito posto. In fondo a destra.
Ci risiamo, insomma. Sento l’odore del campo, si avvicina, si avvicina. E’ufficialmente ripartito il delirio.

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.

15-05

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