Ecco qua. sapevo sarebbe arrivato questo giorno. Meno due dal ritorno al San Paolo e dalla Lazio con qualcosa in più: la sciarpa napolista. Ora, voi direte che è una cosa bella quella che Trapani ed io abbiamo fatto, un segno distintivo, un simbolo, il primo prodotto concreto dello spirito che ci lega tutti. Certo, certo, tante belle parole, ma qua i fatti sono seri, ci vuole concretezza, ragionamento, testa. Perché se è ovvio che domenica la sciarpa in questione dovrà essere portata allo stadio per il battesimo del fuoco (e da voi che guarderete da casa indossata sui rispettivi divani) è altrettanto vero che non sappiamo quale influsso avrà.
Sarà una sciarpa fortunata o no? C’è poi l’altra questione, l’altra sciarpa, quella che mi accompagna da ormai due anni, rosa e azzurra, di lana, che metto fino all’ultima giornata, anche con 36 gradi all’ombra, solo perché porta bene. Mica la posso lasciare a casa, quella sciarpa lì! Perciò sarò costretta ad indossarle entrambe! Povero collo, povero Allure! Naturalmente questo è un problema che riguarda tutti voi, non solo me. Perciò dobbiamo aiutare il fato, fare qualcosa, agire, subito. Ecco la mia proposta: entro le ore 12 di domenica mattina vi chiedo di bagnare le vostre sciarpe napoliste con qualche goccia di acqua santa presa in tre chiese dal nome di donna. Pare porti bene. Fa niente se, come me, non siete praticanti e osservanti, magari neppure credenti. San Gennaro sarà comunque contento. E la Madonna pure. Il ciuccio lo nutriamo con i soliti riti. Insomma, proviamoci. Tutti assieme, uniti contro chi ci vuole male. Scaramanzia azzurra. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia
Domenica allo stadio
con la sciarpa napolista
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