Posti in piedi in paradiso per Verdone, giusto il titolo del prossimo film del DeLa. Nessun posto per Mazzarri, giusta l’ultima telenovela azzurra. S’incontrano e non si guardano nemmeno. Si sfiorano. Il presidente canta e balla alla cena della gioia Champions. L’allenatore ha la faccia scura e il capello abbassato su un’aria ingrifata. Il telefono, nessuna voce. Il faccia a faccia cancellato. C’è un contratto che blocca Mazzarri per altri due anni. De Laurentiis non lo caccia. L’altro si dimette per esser libero? Il presidente ha tutto l’interesse a proseguire col tecnico toscano. Se cambia allenatore e l’anno prossimo andrà male, De Laurentiis sarà indicato come il responsabile del flop. Se andrà male con Mazzarri, saranno responsabili in due. Ecco perché tarda la “prima mossa” del presidente. Entrambi hanno una grande paura del futuro.
In tutta questa faccenda, chi ci rimette è il Napoli. E’ stato sempre così. Mai una felicità duratura in casa azzurra, sul filo del rasoio anche ai tempi di Maradona (te ne vai o no, la rivolta di maggio). La Sfinge livornese parlerà dopo quest’ultima partita con la Juve. Il leone l’aspetta nella foresta dei desideri. Dov’è l’impiccio? Mazzarri chiede giocatori per rafforzare il Napoli che De Laurentiis non può garantirgli? Sembra il meno, visto la spettacolare rottura pubblica. Incompatibilità di carattere più che di acquisti. Si sono rotti e s’è rotto il feeling. “Mazzarri è il mio Sean Penn”. E chi sarà mai De Laurentiis per Mazzarri? Davy Crockett? Né Penn, né Crockett. Piuttosto il gatto e la volpe.
La fragilità del Napoli salta agli occhi. E’ una società non ancora pronta per il salto di qualità. La querelle disorienta la squadra che intravede una debolezza di fondo del club. Non ci sono più certezze. Non c’è una guida sicura. Ci sono cene (delle beffe?) e una finta allegria. Ci sono balli e canti mentre va spegnendosi l’entusiasmo e finiremo col valzer delle candele.
Oppure, De Laurentiis ha già il suo programma: i giocatori da prendere (sul solito target gioventù e risparmio) e il nuovo allenatore sottomano (consigliato da chi?). Ma questo non è credibile. Intanto, dovrebbe tenere fermo Mazzari per due anni e pagarlo da “dipendente disoccupato”. Lo fece Ferlaino con Ottavio Bianchi per un anno. Ma l’Ingegnere era una “forza” nel mondo del calcio, col Palazzo amico. Non vorremmo che De Laurentiis fosse nella condizione dell’irresistibile leggerezza dell’essere nuovo nel mondo del calcio con l’aggravante della presunzione di tenerlo in pugno e volerlo cambiare.
Si va a Torino per regalare alle “seconde linee” la passerella di una partita che era una “classica” della rivalità fra Napoli e Juventus, ma che è scaduta per l’obiettivo già centrato dagli azzurri e le paturnie del declassato club bianconero che elemosina, ma senza speranze, un posticino in Europa. In panchina, Mazzarri non toglierà la giacca in attesa di togliersi i sassolini dalle scarpe. Finale malinconico che sottrae al match di domani sera lo “sfizio” eternamente dichiarato dalla tifoseria di suonarle alla Vecchia Signora.
Questo Juventus-Napoli non ha proprio gusto. Ci si può regolare come per le elezioni. O turandosi il naso o andando al mare.
Mimmo Carratelli
Questo Juve-Napoli non ha proprio gusto
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