Alle spalle di Zeman / Questo blog racconterà l’avventura del boemo sulla panchina adriatica. Un rivoluzionario che, come Sarri, bersaglio di luoghi comuni
Una filosofia ancora oggi rivoluzionaria
Mentre la Napoli calcistica affrontava la grana Reina, ero in viaggio come inviato, per GruppoZeman.com, verso Pescara-Foggia, storia del calcio italiano e di quello di Zeman. Due squadre, pianeti fondamentali della galassia Zemanlandia, che rappresentano per il Boemo passato, presente e futuro di una carriera ormai senza tempo, caratterizzata da una filosofia, ancora oggi, rivoluzionaria. Una rivoluzione non solo nel gioco, che punta ad esaltare il valore dei singoli, ma nello scoprire e valorizzare talenti giovanissimi e sconosciuti, portandoli in pochissimo tempo a grandissimi livelli attraverso lavoro duro e sconti a nessuno.
Questa filosofia, insieme a quella di Sacchi, pur scontrandosi con quella del calcio italiano e di vertice, è stata sposata da tanti allenatori, e Stroppa al Foggia ne sposa i concetti a tal punto da essere il simbolo di una corrente che sfida il suo precursore.
Una prospettiva diversa
Seguendo Zeman si impara, anche attraverso le sue parole, a vedere tutto il calcio, non solo il suo, da una prospettiva diversa e si gode non solo di spettacolo, ma anche di cultura, fatta soprattutto di coraggio, nel fare scelte impopolari e sorprendenti, che se sostenute sono spesso vincenti.
Del Sole richiamato in prima squadra dalla Primavera e Pettinari sono gli ultimi, per ora, di una serie infinita di racconti. Il primo già messosi in mostra nel precampionato e in Tim Cup è diventato già un giocatore della Juventus, e il secondo con 7 gol in anni, ne ha già 6 in 3 partite frutto di due triplette, aveva davanti Ganz e Capelluzzo, ma con la maglia numero 17, che fu di Immobile (tripletta anche per lui in Lazio-Milan), ruba la scena e conferma quanto l’alchimia tra Zdenek, la città e la società Pescara consenta l’evolversi di un progetto ambizioso, vittoria attraverso il gioco, quello soprannominato calcio champagne.
I punti in comune con Sarri
Tanti punti in comune con il Napoli e il suo tecnico Sarri che ha sempre dichiarato di subire il fascino del maestro di Praga (Sarri su Zeman a 3:13) e che si sta affermando attraverso lo spettacolo, subendo a volte le stesse etichette e gli stessi luoghi comuni destinati a chi propone un grande calcio senza, per ora, vincere. Le parole di Allegri sul gioco infatti, sono in netta contrapposizione e dannose per un cambio di mentalità del nostro calcio e dal percorso avviato in nazionale da Ventura. Anche in contraddizione se vogliamo, con la prima panchina d’oro del tecnico della Juventus che arrivò dal bel calcio proposto a Cagliari.
In questa rubrica, fortunatamente, seguirò da vicino, per il Napolista, l’evoluzione del Pescara e del 4-3-3 boemo. Ecco un racconto delle prime tre gare in cui si è visto il calcio targato Z.Z. nel bene e nel male. Tre gare necessarie per incominciare ad assaporare le sue intuizioni, per provare ad entrare nella sua testa (cosa che amo fare), e capire meglio le sue scelte. Qui troverete Pescara-Foggia 5-1 e Perugia-Pescara 4-2. Delle terza e ultima parliamo direttamente su questo blog.
Pescara-Frosinone 3-3
Nel primo tempo si conferma micidiale il 4-3-3 di Zeman contro la difesa a tre che lui stesso ha sempre dichiarato ama attaccare. Una partita non senza problemi. Subito dopo il gol al 4′, frutto di un’ottima ripartenza sull’asse Benali, Del Sole e Pettinari, il Pescara si abbassa troppo e soffre le seconde palle e i calci da fermo. Prima del 2-0 il Frosinone colpisce due pali e una traversa. Poi un ottimo Coulibaly, in crescita, lancia Del Sole sulla destra (in sospetto fuorigioco), che crossa intelligentemente arretrato per Pettinari che segna un gran gol. Il terzo è una prova di forza e tecnica, recupera da terra una palla persa e in girata beffa Bardi.
Zeman conosceva le difficoltà della partita e ha seguito i suoi in piedi dando continue indicazioni. Mai visto il Boemo così attivo in panchina, è l’uomo in più insieme al pubblico dell’Adriatico. Purtroppo nella ripresa una doppietta di Ciano e un bellissimo gol di Ciofani regalano al Frosinone un pareggio ormai insperato, complice la difesa abruzzese che sembra sempre più preoccupata e poco supportata dal centrocampo. Troppo distanti i due reparti. L’impressione è che per ora questa difesa non dia le garanzie necessarie per supportare il calcio di Zeman e che Coulibaly abbia ancora molta strada da fare, ma bisogna ricordare che il Perugia e il Frosinone sono due squadre di categoria favorite per la promozione e affrontarle ora, per il lavoro che c’è da fare, era dura.