ilNapolista

Alla fine Mazzarri ne esce ridimensionato
Il presidente no, lui rimane uguale a se stesso

Max ragiona correttamente. Riprendersi un uomo scartato da un’altra o da altre due è pesante da digerire davanti allo specchio. Ed ancora che cosa sarebbe stato questo finale di campionato se l’allenatore non avesse inopinatamente deciso di destabilizzare spogliatoio e ambiente? È finita in modo triste per lui.

Il toscanaccio osannato da tutti la ha fatta grossa. Ha rovinato un campionato da favola parlando nel momento sbagliato. Ed adoperando le parole sbagliate.

D’accordo caro Max. E allora? Il Presidente preso in contropiede dall’atteggiamento assunto da Mazzarri ha fatto una scelta prudente. Attendista. Poteva licenziarlo in tronco. Esonerarlo a cinque o sei giornate dalla fine. Poteva. Ma non lo ha fatto. Forse perché non gli piace buttare via il danaro. Se allontanare Mazzarri non avesse comportato il rischio di pagargli il lauto stipendio per due anni forse De Laurentis non avrebbe avuto dubbi? Chi sa.

Ma che cosa è accaduto veramente?

Provo a fare il punto di quanto ho capito leggendo ed ascoltando qui e lì. Innanzitutto per chiarire le idee a me stesso.

Ad un certo punto della stagione – chi dice a febbraio, chi a marzo, chi più avanti – su Mazzarri si è proiettata l’ombra della Juve (e/o di altri club). Se sia stato lui a proporsi o la Juve a cercarlo è in fondo un dettaglio inessenziale. Visto che oggi Juve, Roma etc hanno preso altre vie.

Mazzarri probabilmente da un lato ha subito il fascino irresistibile di una società gloriosa. Più ricca del Napoli. E che vuol tornare a vincere subito. Dall’altro sa bene che qui a Napoli l’anno prossimo giudicheremmo deludente un campionato che ci vedesse terzi in classifica. Per non pensare all’andamento della Champion. Quindi restando qui rischia di grosso.

Pertanto il tecnico ha pensato di andar via. O ha ingenuamente creduto di avere l’occasione giusta per andare via. Ma come farlo essendo legato al Napoli da un contratto triennale? E come farlo senza perdere completamente la faccia?

Così ha scelto la linea di chiedere garanzie sui rinforzi alla rosa. Affermando, nella sostanza, che senza quelle garanzie sarebbe andato via. La scelta di Mazzarri non era peregrina perché il problema è reale. E tutti noi non possiamo che concordare con lui sul problema. Se non arrivano rinforzi adeguati si rischierà molto nella prossima stagione. Il tecnico era certo che la linea scelta gli avrebbe garantito l’appoggio dei tifosi. Non poneva infatti problemi d’ingaggio ma solo di rafforzamento della squadra. Non per sé parlava ma in nome del superiore interesse della squadra.

De Laurentiis però non ha abboccato. Nulla ha detto sulla campagna acquisti. Si è limitato a ricordare che, a differenza di Reja, Mazzarri aveva preteso un contratto triennale. Ed a quel contratto era legato indissolubilmente. E a quel contratto lui lo avrebbe impiccato.

Così si è finiti in stallo per alcune settimane. Durante le quali la squadra si è dissolta inanellando un serie di prestazioni a dir poco penose.

Quando ecco lo scoop. Mazzarri alza bandiera bianca. Si arrende senza condizioni.

Sono l’allenatore del Napoli, farò quello che devo fare. Allenerò la squadra che mi metterà a disposizione la società.

E i rinforzi? La rosa competitiva? Tutto dissolto. Tutto in soffitta.

Forse perché le alternative sulle quali si era illuso sono sfumate?

Francamente sono confuso. E deluso. Un fatto è però certo. L’immagine di Mazzarri ne esce sul piano umano molto ridimensionata. Quella del Presidente no. E’ rimasto com’era. A chi piace. A chi non piace. Ma la sua linea non è cambiata di una virgola. Il simpatico tecnico toscano si era guadagnato con i risultati ed il lavoro stima enorme e grande simpatia. Li ha sciupati in un istante. Dando l’impressione di un bambino colto con le dita nella marmellata.

Come potrà più essere credibile quando e se porrà condizioni, anche le più ragionevoli?

Speriamo bene. Speriamo per il bene del Napoli che i cocci si possano ricomporre al meglio. Senza lasciare memoria delle ferite che pure ci sono state.

Guido Trombetti

ilnapolista © riproduzione riservata