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Perché i club italiani cercano tecnici stranieri?

Certo che il calcio è diventato proprio strano. A parte l’inchiesta calcio scommesse che, non vorrei sbagliare, si sta sgonfiando come un palloncino (e ovviamente nessun magistrato ne pagherà le conseguenze), ci sono alcune cose che mi colpiscono. Una su tutte. L’esterofilia in panchina.Pare che l’Italia non abbia più tecnici preparati e quelli che ha se ne vanno all’estero: Mancini, Ancelotti, Capello, Trapattoni, Spalletti. Tutti quelli che hanno vinto se ne sono andati. Quello che vinto più di tutti non allena più: Marcello Lippi. Il meno peggio che avevamo, ma che nulla ha vinto, Prandelli, siede sulla panchina della Nazionale.
Una nuova generazione di allenatori stenta a farsi strada. Diciamoci la verità, Allegri ha vinto ma non è ancora un personaggio né un tecnico carismatico, anche se può fare strada. Il secondo è Mazzarri. Poi ci sono Delio Rossi, checché ne diciate Malesani. E pochi altri. E così finisce che la squadra italiana più vittoriosa degli ultimi anni, l’Inter, per sostituire Leonardo pensi a Bielsa, uno che sulla panchina di un club non siede da tredici anni. E che per sostituire Mourinho ha pensato a Benitez prima, Leonardo poi. Lo stesso dicasi per la Roma che è andata a prendere Luis Enrique.
Come mai? Questione di marketing? Oppure davvero la scuola di Coverciano non è più tale, la qualità del gioco si è abbassata, non riusciamo a innovare più? Una risposta non ce l’ho, certo è che ogni giorno di più ho la sensazione che il nostro calcio stia vivendo un progressivo e inarrestabile declassamento. Spero di sbagliarmi.
Massimiliano Gallo

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