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Che Pandevmonio, ma sono realista, l’attacco lascia ancora a Cavani tutto il peso di far gol

Poiché al cuor non si comanda, il Napoli è forte e vincerà. Scherzi a parte, nell’attesa diventata lunga che il campionato riparta, si discute, ovviamente “al buio”, sulle chances del Napoli rinnovato soprattutto a centrocampo e con l’ultima novità, Pandev. Al buio perché il Napoli è ancora in rodaggio, ha giocato due sole volte al completo (contro Barcellona e Palermo), Pandev è arrivato all’ultimo momento e non ha ancora giocato, perciò ogni giudizio è prematuro.
Ho preso legittime legnate da molti napolisti per la “freddezza”, come ha sottolineato Max, delle mie considerazioni sull’acquisto di Pandev. Poiché il giocatore non si discute, mi chiedevo quale sarà il suo utilizzo da parte di Mazzarri e se il prestito ottenuto dall’Inter è finalizzato alla Champions (scartando i rumors secondo cui Moratti avrebbe concesso il giocatore dietro la promessa di avere Hamsik fra un anno).
Nei tornei europei Pandev ha giocato più volte (7 gol in 27 presenze). Tre gol al Real Madrid quattro anni fa, con la Lazio, nella sua migliore stagione italiana; le reti interiste dell’ultimo anno in Champions e nel Mondiale per club. Dunque, ha esperienza dei tornei internazionali a parte la sua personalità che è di primo piano. Gioca in Italia da quando aveva 18 anni.
La conferma del modulo 3-4-2-1 esclude in partenza l’impiego fisso di Pandev. Sarà “schierato” in panchina per avvicendare Lavezzi o Hamsik. Mi chiedevo qual è la condizione psicologica del giocatore in questa prospettiva. Sicuramente De Laurentiis e Mazzarri avranno parlato con lui chiarendogliene l’utilizzo. Ma, “scendendo” dall’Inter al Napoli, stento a credere che Pandev, pur dichiarandosi felicissimo di vestire la maglia azzurra, possa essere contento. Ha 28 anni e credo pretenda ancora la prima scena. Sulla sua professionalità non si discute e si adatterà alle esigenze (tattiche) del Napoli. Ma si adatterà con quale spirito?
Un cambio di modulo per l’impiego del macedone da titolare non sembra possibile in un tridente con Lavezzi, Cavani e Pandev, implicando l’arretramento di Hamsik a centrocampo a fianco di Inler. In zona verrebbe sacrificato un valido incontrista (Gargano soprattutto, Dzemaili, Donadel). Da qui i miei dubbi sull’adesione vera di Pandev al progetto azzurro. Fermo restando che, se il giocatore non mollerà, il suo utilizzo in corso di partita potrebbe rivelarsi efficace. L’orgoglio di potere essere decisivo lo pungolerà. Così si spera.
E torniamo al punto essenziale. Il Napoli si è rafforzato? La campagna acquisti ha ricalcato la politica di oculatezza del club azzurro. Nessuna follia, bilancio in ordine. Tetto degli ingaggi e la questione dei diritti di immagine escludono acquisti di alto livello. Non so come finirà l’inseguimento a Giuseppe Rossi che De Laurentiis mantiene in piedi per l’anno prossimo. Non se ne parlerà a gennaio col Villarreal in corsa nella Champions.
Il Napoli è stato vicino a Criscito, Vucinic e Vidal. Arriverà invece un giovane  terzino sinistro, è arrivato Pandev, è giunto Inler. Una qualche differenza c’è anche se non è stato demerito del Napoli la mancata conclusione delle trattative con i primi tre giocatori che hanno scelto destinazioni diverse. Continua, poi, la disparità di condizione fra il Napoli, ligio al fair-play finanziario, e i club che spendono e spandono presentando disavanzi abnormi.
Resta in piedi la necessità di disporre di un altro attaccante da doppia cifra al fianco di Cavani e non in alternativa all’uruguayano. E’ vero che Mazzarri vuole giocare senza un centravanti d’area di rigore fidando nel gran movimento di Cavani e negli inserimenti di Hamsik. Ma s’è visto che il gran lavoro di Maggio e Dossena sulle corsie spesso si conclude con il cross per nessuno. Soltanto un cambio di modulo, con due punte, potrebbe mutare la scena. Che succederà se un giorno arriverà Rossi? Con quale “criterio” tattico si insegue l’attaccante del Villarreal se non si dovesse cambiare tattica di gioco?
Non solo le squadre maggiori schierano due punte, tre addirittura il Catania, il Cesena, la Fiorentina, il Genoa, l’Inter, il Lecce e la Roma. La Juventus, se il modulo di Conte funzionerà, va all’assalto con quattro attaccanti (Krasic, Matri, Quagliarella, Vucinic). Solo Napoli e Palermo puntano su un solo vero attaccante. Il modulo 3-4-2-1 funziona se è retto da una gran tenuta difensiva che consente le famose ripartenze (Napoli squadra-regina in questo campo). Alla difesa azzurra continua a mancare un giocatore di scatto breve, ma è stata pur sempre la seconda miglior difesa del campionato scorso (De Sanctis sugli scudi).
La conclusione è che il Napoli migliorerà con Inler la qualità del centrocampo, ma all’attacco lascia a Cavani tutto il peso di far gol. Siamo fermi a Lucarelli e Mascara, in attesa di scoprire Chavez, 24 anni, bella faccia da indio, piede destro di pochi gol, seconda punta. Inler non ha ancora dimostrato tutto il suo potenziale (come nell’Udinese). Apre il gioco ma soffre i contrasti e ha bisogno di un centrocampista di difesa che lo protegga. Gargano, troppo spesso criticato, sembra il partner migliore. Con tutti i suoi limiti di … piede e di foga, è stato una pedina fondamentale nel Napoli di Mazzarri, non solo per il pressing a tutto campo, ruba-palloni (come non sembrano essere Dzemaili e Donadel) consentendo le felici ripartenze della squadra, corsa e grinta, dedizione e sacrificio, spesso lui solo a rompere il gioco avversario e quindi non sempre lucido.
Maggio e Dossena sono già in palla e l’arma azzurra sulle corsie funziona, ma potranno “tirare” per tutta una stagione, “appesantita” dalla Champions? Zuniga e Santana sono buoni rincalzi. Hamsik migliorerà il suo rendimento assicurando quella continuità che gli ha fatto spesso difetto?
Alla fine è come dice Max. “Se la testa sarà quella della passata stagione potremmo toglierci qualche soddisfazione”.
Il Napoli è cambiato, ma fino a un certo punto. Non so se definirlo più forte dell’anno scorso. Mi piacerebbe vedere all’opera Jacopo Dezi, centrocampista diciannovenne di bella personalità. Mi basterebbe rivedere il Napoli del terzo posto, finali al cardiopalma compresi. Se sono un po’ realista, non tiratemi le pietre.

Mimmo Carratelli

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