L’allenatore mercoledì ha spiegato in maniera inequivocabile la sua idea al riguardo. Fatto sta che la rosa del Napoli è sottoutilizzata, mentre altri vengono spremuti
Lorenzo Insigne non giocherà nemmeno domani contro la Fiorentina. Non è tra i convocati del Napoli. Salta un’altra partita dopo quella contro il Feyenoord in Champions. Ne salta due, dopo essere stato utilizzato sessanta volte di fila. Insigne in stagione ha giocato 1842 minuti in 22 partite, in linea con Messi.
Nel post Feyenoord-Napoli, in conferenza stampa, Maurizio Sarri ha spiegato in modo fin troppo chiaro la sua concezione di gestione della rosa. Il suo obiettivo – ha detto – è vincere le partite. E se un giocatore che vale dieci è all’ottanta per cento, vale sempre più di un calciatore che vale 7 e che è al 100%. Ha detto che gestire la rosa non vuol dire far giocare gli stessi minuti a tutti i giocatori. Ha portato l’esempio di Messi e Denis Suarez, se i due giocassero gli stessi minuti il Barcellona avrebbe dieci punti in meno in classifica.
La polemica sulla rosa
Parole che ovviamente a cascata portano con sé considerazioni sul valore della rosa. E hanno rilanciato la polemica principale dell’ambiente Napoli, tra coloro i quali considerano la rosa del Napoli inadeguata e quindi addossano le responsabilità a De Laurentiis e coloro i quali, invece, denunciano una gestione della rosa che di fatto esclude molti elementi validi – di fatto sfiduciandoli e facendoli per forza di cose sentire meno appartenenti al gruppo – per puntare sui soliti e spremerli.
Non è questione di essere pro o contro Sarri, come ormai leggiamo un po’ ovunque. Anche perché, diciamolo, a Napoli non si ricorda allenatore che sia stato coccolato mediaticamente – e non solo – più di Sarri. Nemmeno Ottavio Bianchi fu trattato così, anzi. Se vogliamo, nemmeno Maradona. Anche per questo, forse, Sarri reagisce decisamente fuori luogo a domande del tutto normali come quella sull’obiettivo non raggiunto per l’eliminazione in Champions.
I dati comparati con quelli delle altre squadre
La gestione della rosa da parte di Sarri ci sorprende, e non da oggi. Basta guardare i dati dei calciatori utilizzati in Serie A per rendersi conto che nel Napoli è molto alto il differenziale tra l’undicesimo e il dodicesimo calciatore utilizzato, secondo solo a quello della Lazio per le squadre di vertice. Nel Napoli il differenziale è di 400 minuti tra Albiol (che in campionato ha giocato 1001 minuti) e Zielinski (che ne ha giocati 601). Diawara, 15esimo più utilizzato in campionato, ha giocato 371 minuti. L’Inter – che è la squadra che meno fa turn over, anche perché di fatto non ha panchina) ha un differenziale di 314 minuti tra Nagatomo e Gagliardini. Nella Lazio è di 407 minuti. Nella Roma è di appena otto minuti, tra i 776 di Juan Jesus e i 768 di Perotti. Lasciamo stare la Juventus che ha la rosa più ampia di tutte. Nel Milan è di 58 minuti tra i 689 di Calhanoglu e i 631 di Bonaventura.
Milik ha giocato 90 minuti prima dell’infortunio
Il Napoli in attacco paga l’infortunio di Milik, non c’è alcun dubbio. Anche se Milik – va ricordato – si è infortunato alla sesta giornata (Spal-Napoli) e ha giocato in Serie A appena 90 minuti. Pochissimo, considerando che solo nella prima giornata, a Verona, ne giocò 61. Poi 9 contro la Lazio e 20 contro la Spal, prima dell’infortunio. Va altresì ricordato che Zielinski, come dimostrato in Champions, può giocare anche esterno d’attacco. Che Rog in campionato ha giocato 144 minuti, sempre da subentrato. È subentrato undici volte.
I titolarissimi
Sarri è tornato al concetto dei titolarissimi di mazzarriana memoria. Li ha schierati anche contro il Benevento e contro il Cagliari, mentre contro il Sassuolo ha dato spazio a Maggio e Chiriches. A Napoli c’è uno strano clima, sembra che non si possa discutere Sarri. A noi pare evidente che la rosa a disposizione di Mazzarri non sia nemmeno lontana parente di quella a disposizione di Sarri. Quella di oggi è, per distacco, la rosa più competitiva della gestione De Laurentiis.
Le strategie di mercato
È altrettante evidente che Sarri ha ragione quando dice: “a parità di intelligenza, prevalgo io perché vedo i miei giocatori ogni giorno”. E aggiunge giustamente un altro concetto, e cioè che un allenatore – a meno che non sia autolesionista – ha le sue ragioni nel fare determinate scelte. Ed è innegabile. E qui si torna al punto di partenza. Alla polemica sulla qualità e sulla profondità della rosa.
Nel Napoli è difficile capire come si faccia il mercato. Sarri dice – anche se ovviamente non gli crediamo – che lui non fa il mercato. Anche se poi lancia frecciate sulla rosa. Dall’altra parte, una società si sente autorizzata a non spendere quando è molto alto il rischio che un calciatore non venga utilizzato. Emblematica è la vicenda Maksimovic. Ma anche Rog non scherza. Il Napoli ha undici titolari. Gli altri, a cominciare da Zielinski, sono riserve. È un concetto vintage. Non parliamo di Ounas e Giaccherini, soprattutto il secondo, di fatto mai presi in considerazione.
Sarri ha detto che Insigne è tornato dalla Nazionale con un affaticamento. È paradossale, visto che per settimane non si è parlato d’altro che del mancato utilizzo di Lorenzo da parte di Ventura.
Fatto sta che l’infortunio a Insigne ha acceso una spia sulla gestione della rosa. Forse sarebbe il caso di pensarci su. La stagione è ancora lunga. E il Napoli ha tutte le carte in regola per giocarsela da protagonista. Gia domani, scaramanzia permettendo, il Napoli potrebbe tornare da solo in testa alla classifica. Ci aspettano ancora tante partite, sia in campionato e si spera anche nelle coppe. Un utilizzo più ampio della rosa è possibile. E anche da lì passa la competitività del Napoli.