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Dal Bernabeu vuoto all’Etihad pieno

Dal Bernabeu vuoto all’Etihad pieno

Io me la ricordo la prima volta. Con uno stadio vuoto. Carratelli c’era. E anche il Caudino. Careca era infortunato. Diego correva sulla fascia rincorrendo Chendo. Renica fece un fallo stupido e fu rigore. Poi Giordano si mangiò un gol che non gli ho mai perdonato. Lo stesso Renica beccò il palo interno e Nando de Napoli fece autogol. Il Real, all’epoca, era un’armata.
Del ritorno ricordo tutto. La fila per comprare il biglietto. Mi pare anche l’aumento dei prezzi. Non più 7.700 lire, come d’abitudine, ma 15 mila più la prevendita per l’amata curva B. Lo stadio pieno, l’attesa. Quel primo tempo da brividi. Il vantaggio del Francio. E quella fuga, quel contropiede, Careca finta e fa il vuoto, il Francio corre corre corre e mette al centro e lì, Antonio Oliveira Filho la tocca piano, e il pallone si ferma sotto il culo di Buyo. Qui si solca il Rubicone: gol mangiato o no? Ne sto discutendo da 24 anni. Il resto è il Buitre che gela il San Paolo e un gol mangiato (questo sì, sicuramente) all’inizio del secondo tempo da Carnevale che in pochi ricordano.
Fu la prima volta. E per certi versi anche l’unica. La seconda fu diversa, ebbe il sapore amaro. Lui era al declino, anche se al primo turno ottenemmo l’unico successo della storia battendo l’Uipest Dosza, con un Diego al canto del cigno. Al secondo turno, invece, partì tardi, arrivò tardi, entrò tardi, Incocciati prese il palo e Baroni sbagliò il rigore.
Torniamo. Quasi non ci credo. Manchester. Terra degli Smiths, cari allo zio. Ma anche di Emmeline Pankhurst che si battè, con successo, per il diritto di voto alle donne. E di George Best. Dello United, certo, ma soprattutto del calcio. Il Napoli è lì. In Coppa dei Campioni. A raccontarlo oggi non sembra neanche vero. Appuntamento all’Etihad Stadium.

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