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Il Napoli voleva perdere, e ha perso. Mai il club è stato così unito

Nessuna polemica, il Napoli ha programmato questa stagione esattamente in questo modo. E sta portando avanti questa scelta in maniera convinta.

Il Napoli voleva perdere, e ha perso. Mai il club è stato così unito

Cosa è stata Napoli-Lipsia

Napoli-Lipsia è stata una serata perfetta. O meglio: è stata una serata perfetta perché perfettamente preparata per finire in questo modo. Esattamente in questo modo. Può piacere e non piacere, ad alcuni non è piaciuto. Tipo la Gazzetta dello Sport, tipo gli altri giornali italiani. Una mitragliata di critiche nei confronti del Napoli, del suo gioco, del suo approccio alla partita. Tutta roba giusta e comprensibile, se non fosse che era tutto accuratamente predisposto perché andasse così. Ed è andata proprio così, come il Napoli-squadra e il Napoli-ambiente voleva. Velatamente, volutamente, sornionamente. Ognuno può utilizzare l’avverbio che preferisce. La sostanza cambia poco.

In questo pezzo, però, noi parliamo della difficoltà della scelta. In un bellissimo film di Cristopher Nolan, a un certo punto, un personaggio principale dice all’altro: «Devi resistere. Sopportare. Ti odieranno per questo, ma è la tua vera forza. Tu puoi fare la scelta che nessuno osa affrontare: la scelta giusta».

Ecco, questa è stata la strategia del Napoli. Di tutto il Napoli, dalla dirigenza al tecnico fino alla squadra. Più il pubblico. Tutti hanno eletto all’unanimità il campionato come obiettivo stagionale, si sono presi una responsabilità enorme. Hanno fatto all-in (sin dal secondo dopo il fischio finale di Nizza-Napoli) sulla corsa in Serie A e hanno sacrificato tutto il resto. Alla fine, si presenteranno al tavolo finale della stagione con le fiches guadagnate in questa partita a rischio, in quest’azzardo controllato e deliberato. L’obiettivo è il jackpot finale. Della serie: chi non risica, non rosica.

Il giudizio

Certo, tutto questo può rivelarsi sbagliato, alla fine. E ognuno di noi può csostruire un’opinione personale su questa scelta. È lecito dissentire, anzi da un certo punto di vista è anche auspicabile. Ma c’è una cosa fondamentale da sottolineare: l’unità assoluta e percettibile rispetto a questo tema, l’assoluta coesione tra tutte le componenti del club rispetto a questa posizione.

Tutto è leggibile nella comunicazione di Sarri (ne parleremo a parte), tutto resta opinabile. Ma non può esserci polemica, perché il Napoli ha deciso di essere questo, ha legittimato in maniera forte, inequivocabile, la dimensione di questa sua stagione a due facce. Oggi, l’anno scorso, scrivevamo dell’intervento di De Laurentiis a Madrid dopo una sconfitta decisamente più accettabile rispetto a quella di ieri sera contro il Lipsia. Era un Napoli diviso, c’era una volta un Napoli diviso. E che non era neanche al primo posto in campionato.

Oggi, il Napoli è davanti alla Juventus e ha deciso di sacrificare tutto il resto per cercare di mantenere questo status. Ha progettato su carta, asfaltato e poi percorso (sta percorrendo) una strada che ritiene essere vincente. Lo sta facendo da tempo, basti pensare ai titolarissimi in campo nel match interno col Benevento. Lo sta facendo in maniera condivisa, rimandando a maggio 2018 tutti i conti da pagare. Può andar bene, può andar male, ma il giudizio è sospeso. Al momento, vive sui record di punti macinati in campionato. E poi c’è la percezione di un’unità assoluta, in questo momento. Una cosa mai vista prima. Non è poco.

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