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Cos’è la strategia, quella che ti permette di organizzare onomastico e partita

Dieci giorni possono essere tanti o pochi ma possono essere sufficienti a farti vedere e vivere  eventi che possono cambiare aspettative e aprirti scenari e prospettive nuove. In dieci giorni puoi vivere emozioni e sentimenti che lasciano il segno,  se vivi eventi che toccano affetti e passioni.

Nonostante sia uno che vive i suoi affetti e le sue passioni in modo “razionalmente viscerale”  dal 10 al 18 settembre sono stati giorni particolarmente intensi.

Si comincia con il 10 settembre, giorno in cui mio figlio Luca compie 8 anni. Il programma è fissato da tempo su sua esplicita richiesta, niente festa ma visita tutto il giorno allo Zoo Marino di Torvaianica in provincia di Roma e si può immaginare cosa mi abbia provocato, qualche giorno prima, l’annuncio della Lega del programma dei posticipi e degli anticipi. Il rischio era di non arrivare in tempo per vedere Napoli-Cesena, chiudendo il parco alle 19.

“Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” diceva la voce narrante del Perozzi in Amici Miei atto II e così, nel mentre sono al PC leggendo il calendario dei posticipi appena annunciato, mi rivolgo subito alla moglista-martire esclamando “ma insomma è vero che sta’ criatura fa una cosa che desidera e gli piace però rischia di spegnere le candeline solo con noi,  almeno, partendo qualche ora prima della chiusura, organizziamogli una torta a sorpresa a casa di mia sorella con tutti i cugini grandi, medi e piccoli e relative fidanzate” e, all’obiezione che di sabato sera i cugini grandi escono, le rispondo “fidati che staranno tutti a casa”. Ovviamente mia moglie Ilaria  nei giorni successivi, avendo scoperto che il Napoli giocava di sabato sera,  pur avendo capito la natura della proposta, non ha esitato a riconoscere che era giusto anche per la riuscita della festa di Luca.

E così la giornata passa in fretta e nella mia mente delfini  e foche, nell’azzurro delle loro piscine, prendevano sempre più le sembianze dei nostri ragazzi quasi quanto le galoppate di Dossena e Maggio dopo aver scoperto che i delfini vanno ad una velocità di sedici nodi.

Puntuale con la mia tabella di marcia alle 20 eravamo a casa di mia sorella e, dopo il soffio di candeline, il salone era trasformato in curva con circa 30 persone che per tre volte hanno fatto tremare le mura di casa.

Mio figlio nel suo diario di scuola ha scritto che è stato il più bel compleanno. Aggiungo anche per il papà.

La mente è già a Manchester  ma la figlia maggiore, dopo varie peripezie burocratiche, il martedì parte da Fiumicino per gli Stati Uniti dove vivrà nei prossimi cinque mesi per una borsa di studio e l’ansia per il viaggio e il distacco si mescola all’attesa per l’esordio Europeo. Direte questioni e sentimenti qualitativamente diversi tra di loro. Sì, certo, ma passioni e affetti vissute visceralmente producono una miscela difficile da spiegare e solo chi le ha dentro di se può capirle.

Passeggiando per l’aeroporto noto due ragazzoni in giacca e cravatta, uno dei due ha un sacco a tracolla chiuso a tre quarti da dove spunta un lembo di sciarpa azzurra. Non so dove erano diretti ma il sorriso, puntualmente ricambiato, mi viene spontaneo lasciando però in me il dubbio che non abbiano capito che il sorriso era  di compiacimento per quel lembo azzurro e non vorrei che l’avessero interpretato come un approccio particolare.

Dopo  le emozioni e il pianto per il saluto alla figlia, gli occhi tornano a bagnarsi sulle note della mitica musichetta con i ragazzi schierati a centrocampo per esplodere in lacrime di gioia al gol del matador.

E dopo una notte passata praticamente senza dormire è ancora più bello svegliarsi con un sms  di Federica che ti chiede dall’America cosa ha fatto il Napoli per essere partecipe delle gioie e dolori della “malattia” azzurra paterna.

Neanche il tempo di riprenderti che siamo già alla vigilia dell’esordio casalingo e che esordio!

Pensi che se va bene le prospettive per la nostra stagione possono cambiare già dalla seconda giornata e allora via ai tuoi riti apotropaici ; in primis l’sms beneaugurante di Marcello Giannatiempo che dall’esordio di Cesena e a  Manchester ha portato fortuna con relativo Amen di risposta, poi barba prima di andare allo stadio, stesso parcheggio della moto , stesso bar per il caffè, stesso giro dagli amici napolisti prima da Ilaria Puglia e da Marco-Martire e poi da Agata rigorosamente prima dell’inizio gara ma,  non riuscendo a vederlo in tribuna stampa, mi fa agitare e non poco .

Ma soprattutto il rito fondamentale della scorsa stagione; Il bacio sulla pelata del mio vicino di Tribuna, il carissimo Nicola Magri, a ogni  gol dei ragazzi. Lui e la sua signora arrivano alle 20,15 facendomi tribolare un po’ ma appena salgono le scale lui mi porge subito la pelata per un bacio bene augurante per l’inizio di stagione.

Aquilani insacca e mi giro in alto verso la tribuna stampa imprecando con me stesso per non essere riuscito a salutare Gianluca prima dell’inizio ma quando el matador torna a essere il marziano che abbiamo conosciuto la pelata di Nicola non può sfuggire ai miei baci propiziatori e alla fine riprendo dove ci eravamo lasciati a Maggio con l’Inter : piangendo e cantando ‘o surdat ‘nnamurat.

Ho sempre pensato che se riesci a piangere per la passione azzurra , se riesci a commuoverti perché ascolti la mitica musichetta con i ragazzi schierati a centrocampo, se gli occhi si bagnano perché alla prima in C con il Cittadella vedi 60.000 cuori battere, se piangi alla fine di quel maledetto 1 Maggio 88 o se piangi a Bologna nel 90 o a Stoccarda, allora vuol dire che vivi gli affetti e tutto quello che ti circonda, insomma la vita, certo con occhio critico ma con passione e poesia.

Se non hai questa malattia azzurra è inutile che ti affanni a capire non ci riuscirai.

Non vorrei apparire blasfemo ma vivere la mia passione azzurra in modo viscerale mi ha aiutato, fin da ragazzo, a vivere in modo altrettanto viscerale gli affetti più cari a partire dai miei adorati figli e da mia moglie. E se oggi mi chiedete cos’è la felicità vi risponderò parafrasando il titolo (ma solo il titolo!) di una famosa commedia del grande Eduardo “Sabato Domenica e….Mercoledì”

PEPPE  NAPOLITANO

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