Prendo il Mattino, e in prima pagina, al centro, spicca una foto di Cavani con la maglia dell’Uruguay. Titolo: furto a casa Cavani, l’ira del Matador. Dopodiché apro l’inserto sportivo e trovo che le tre aperture tre riservate al Napoli sono tutte dedicate al furto a casa del centravanti del Napoli. Tre pagine. Ripeto, tre pagine. Con i seguenti titoli: “Casa svaligiata, Cavani furibondo”; “Furto choc nella villa di Cavani, presi i gioielli ma non i palloni”; “Sono furioso, voglio tornare per capire”.Prendo fiato, respiro, cerco di parlarne con l’amico d’Esposito, poi mi rivolgo a Fusco. Sento che l’intemerata sta salendo. La mia prima reazione è: e sti cazzi non ce lo metti? come divinamente dicono nella città dove vivo da qualche anno. Ho capito, hanno rubato a casa di Cavani. E allora? Ma perché non dovrebbero rubare a casa del centravanti? E dove dovrebbero rubare, a casa di mia madre? Non vorrei qui (e a Edinson) spiegare che la distribuzione della ricchezza sulla terra provoca diseguaglianze e coloro i quali percepiscono fette marginali spesso propendono per il risarcimento coatto giustamente sanzionato dalla legge e dal codice penale.
Non vorrei qui vestire, ma lo faccio, i panni del difensore di Napoli. Ma credo che i furti avvengano in ogni parte della terra. Forse, dico forse, ne è esente la Scandinavia. Ricordo la battuta più bella di Antonio Bassolino quando trovarono un giapponese morto a Gianturco e montarono polemiche infinite. L’allora sindaco se ne uscì con una frase degna della Tate Gallery: “A Tokyo di giapponesi ne uccidono uno al giorno e nessuno dice niente”.
E sì, nel mondo si ruba. E si ruba a chi ha i soldi. Ma dov’è la notizia che merita tre pagine? E che cosa pretenderebbe (uso il condizionale, perché sono frasi a lui attribuite e ovviamente capisco la rabbia che si prova quando viene violato il tuo domicilio e la tua intimità) l’amato Edinson (dio quanto lo amo)? Che a lui venisse consegnato una sorta di salvacondotto? Non so, se ne può discutere. Se sei il calciatore più forte del Napoli, in cambio la criminalità deve riservarti un trattamento di favore. Ripeto, non so. Io direi di no. E spero vivamente che la criminalità non si organizzi per restituire il maltolto, dimostrando ancora una volta l’irrisorietà dello Stato. Allora sì che di pagine ne dedicherei tre, anche quattro.
Massimiliano Gallo