La storia di un amore nato nell’adolescenza, dopo una prima cotta per il rossonero del Milan e per un top player. Tutto grazie a papà.
Mio padre mi ha tirato per i capelli
Lo ammetto: devo ringraziare mio padre. Andava via per lavoro e dovette sentire la richiesta del suo ragazzo che da poco si era avvicinato al calcio grazie all’Italia vincitrice dei Mondiali del 2006: quella di comprargli la maglia del Milan. Ancora oggi si ricorda con rammarico ogni volta che andava al Milan Store per comprare quella maglia rossonera, da lui tanto odiata ai tempi di Diego. Il mio amore per il calcio nacque durante la finale di Champions League fra Milan e Liverpool, ammirando la partita magistrale di Kakà e la rimonta stupenda del mio (secondo) allenatore preferito della storia del Napoli, Rafa Benitez.
Iniziai ad approcciarmi al calcio in ritardo, a scuola mentre tutti giocavano io lo snobbavo bellamente. Ma cercai d’immergermi in questo mondo anche grazie ad un mio amico di scuola, Simone, sfegatato tifoso dell’Inter di Ronaldo e Recoba. Poi la parentesi, neanche troppo velata, da tifoso del Milan. Ma mai, MAI, tifoso di quelli lì.
“Sei un tifoso che si è affezionato al Napoli ora che i tempi sono buoni”. No, assolutamente. Io sono relativamente giovane, classe 93′. La mia generazione è cresciuta con Bellucci e Matuzalem come idoli, quindi si puntava ai top club e ia top player (Kakà, appunto). Il mio giorno all’improvviso è la prima partita vista allo stadio, un Napoli-Sangiovannese 4 a 1 con la doppietta del Pampa e il gol su punizione di Fontana. Questa partita rimarrà sempre impressa nel mio cuore, indelebile, quasi quanto Napoli-Lecce 1 a 0 valida per la promozione in A. La Serie A è quel mondo dei “big” in cui ora il mio Napoli è affermato. Devo ringraziare mio padre, lo farò sempre, per avermi reso partecipe di questa fede, croce e delizia della nostra vita. E per avermi letteralmente preso “per i capelli”, come mi ricorda spesso.
Napoli-Sangiovannese 4-1