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Napoli, abbandona il valzer lento, e pedala

Mancherà la prova del 9 che è poi il centravanti dell’Udinese Totò Di Natale che, per la verità, porta il numero 10, ma è prima punta di talento e di meraviglie, sostenuto dal viagra del gol a 34 anni, un nano maledetto (1,70), napoletano cresciuto nel laboratorio calcistico di Castel Cisterna, sistematosi a Udine da otto anni fra pizzerie di compaesani, il castello di Attila e questa squadra riedificata da Guidolin dei Guidolini, l’allenatore-ciclista, il tecnico che in bicicletta ha scalato il Nevegal e il Grappa e dice: “Pedalo forte come le mie squadre”.

Totò non ci sarà questa sera, ma poi c’è tutta quest’altra meraviglia di Francesco Guidolin di Castelfranco Veneto (Treviso), l’Udinese senza Sanchez, Inler e Zapata che fila in testa al campionato, fedele alla massima delle massime del suo allenatore “una squadra che difende con tutti e attacca con quasi tutti”. Qualcuno, un giorno, definì “calciobalilla” il gioco di Guidolin. Lui, soave e sempre con la voce bassa, da pretino di città, replicò appena: “Palla corta e pedalare”.

Perciò questa sera, al San Paolo, ci sarà da pedalare e ballare. E vedremo se il Napoli smetterà col valzer lento delle ultime gare, le gambe appesantite e la mente prosciugata dalle battaglie di Champions, e accetterà il fox-trot degli avversari. Partita decisiva, in questo primo scorcio di campionato, per stare nel gruppo dell’alta classifica e magari ridurre il gap di 4 punti dalla vetta friulana.

Guidolin ha fatto del centrocampo a cinque un autentico accampamento mobile che aiuta la difesa e sostiene l’attacco. Sono cinque uomini di varia provenienza e poco più che ventenni (il cileno Isla, che pure mancherà stasera, i ghanesi Asamoah e Badu, il colombiano Armero e il romano Giampiero Pinzi, 30 anni, il nonno del gruppo). Pinzi e Asamoah sono quasi un doppio playmaker, alternativamente in appoggio ai difensori e rapidi nel ribaltare l’azione. Armero è un esterno di sinistra molto incisivo.

Al Napoli mancherà il disordine dirompente di Gargano, fermo per guai muscolari, il piccolo-grande uomo del pressing e dell’ardore che nell’accampamento udinese avrebbe potuto gettare lo scompiglio. Vedremo come se la caverà Inler, per la prima volta al cospetto dei suoi ex compagni, in coppia con Dzemail, una diga mobile tutta svizzera. Qualcosa avrà escogitato Mazzarri per non andare in inferiorità numerica dove nasce il gioco e si orienta la partita.

Tutto potrà succedere questa sera. Si torna a giocare di notte dopo il sole e il pareggio tiepidi di Cagliari. Lavezzi ha promesso una serata di riscossa. Il Napoli non vince al San Paolo da un mese e, a Fuorigrotta, ha già ceduto la bellezza di 5 punti. Qualcosa di nuovo ci sarà all’attacco, almeno la presenza di due tenori, forse la conferma di Mario Alberto Santana il gaucho, addirittura la presenza a sorpresa del Matador. Gli esterni azzurri dovranno smantellare ai fianchi il dispositivo in ripiegamento dei friulani. Difesa a tre ma che diventa a cinque se il Pocho farà scattare l’allarme e Marekiaro ritrova il genio della sua lampada di Aladino, al lumicino nelle ultime esibizioni.

Ci vorrà un Napoli tosto e pimpante perché l’avversario è in salute, il primo posto lo esalta, la nuova avventura friulana è nata sotto buone stelle (contro il Novara anche due gol fortunosi, poi la pennellata su punizione di Di Natale). Bloccare  Floro Flores (ci penserà Cannavaro al rientro?) e togliere il respiro a Gabrielino Torje che in patria hanno definito il Messi di Romania, nientemeno.

Se il Napoli stenta a vincere al San Paolo, l’Udinese fuori casa è reduce da tre pareggi consecutivi. Due 0-0 hanno contraddetto le “magnifiche sorti e progressive” della macchina da guerra bianconera, terzo attacco del Campionato (10 gol, sei di Totò Di Natale), ma soprattutto difesa bucata una sola volta, il gigante sloveno Samir Handanovic (1,93) imbattuto da quattro partite e 26 minuti, un para-rigori ritenuto fra i migliori numeri 1 d’Europa.

Le difficoltà sono tante comprese le ennesime tre partite a settimana, ma anche l’Udinese ha giocato giovedì in Europa League dannandosi molto contro l’Atletico Madrid e rispolverando Floro Flores, il napoletano del Rione Traiano scoperto da Vincenzo Montefusco e poi dirottato altrove a 21 anni perché il Napoli non ebbe pazienza, non ne ha mai avuto con i giovani e soprattutto con i giovani di casa. Sarà Floro Flores il sostituto di Di Natale, una staffetta fra due napoletani.

Si accendano i riflettori e via con coraggio.

Mimmo Carratelli

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