Leggo un commento di Caligola sulla mediocrità di chi non gradisce il silenzio stampa del Napoli. E quindi lo dico subito, sono un po’ mediocre, ma non del tutto. Ero allo stadio mercoledì sera, ma ho visto la scena in un pub dopo il match. Ovviamente nel post-partita può succedere di tutto: rabbia, tensione, un calo di pressione. Forse Mazzarri ha atteso troppo. Non so. Certo, mi è parsa una mourinhata. E il fisico di Josè o ce l’hai o non ce l’hai. E temo che il nostro tenga la scena mediatica non proprio come l’uomo di Setubal. Anzi, credo che Mazzarri dovrebbe nominare un portavoce: è tanto bravo in panchina quanto scarso nella comunicazione.
Sia come sia, non mi strappo i capelli per il silenzio stampa. Come ha scritto Antonio Coppola, anch’io vivo tranquillamente senza le illuminanti dissertazioni su titolari e titolarissimi. Né sono tra quelli che considerano un dovere di allenatori e calciatori rilasciare interviste nel post-partita. Anzi, fosse per me le abolirei. Però una domanda da porre ce l’avrei, anzi ce l’ho. Ma perché Mazzarri è in silenzio stampa? Perché anche oggi non ha parlato? Pura curiosità, giusto per capire. Quanto a De Laurentiis so che tornerà a parlare al primo grande successo importante della squadra.
Il primo silenzio stampa (e anche quello più famoso), cui Carratelli ha accennato qualche giorno fa, resta quello del 1982 in Spagna. Lì le critiche divennero feroci e poi ci fu quell’articolo – del Giorno, se non sbaglio – in cui si insinuò su una strana relazione tra Rossi e Cabrini. Insomma si passò il segno. Qui tutt’al più sono state mosse delle critiche, nemmeno tante direi. Almeno sulla carta stampata non ne ho lette.
Se qualcuno conosce il motivo della decisione, mi farebbe piacere conoscerlo.
Massimiliano Gallo