Zero a zero in casa contro la Lazio. Una Lazio priva di Klose, Dias e poi Hernanes, oltre a Biava. Una Lazio che si è chiusa, atteggiamento ancora previsto dal nostro sport. E che noi tra l’altro abbiamo avuto a Monaco. Una Lazio che ha sfoderato un ottimo portiere, autore di una gran parata su Lavezzi e di un altro paio di discreti interventi, nulla di straordinario. Il portiere, del resto, è un avversario e fa parte del gioco. Una grande recriminazione c’è, ed è il gol ingiustamente annullato. Avremmo anche vinto 4-0 sul piano del gioco, ma l’affermazione suona un po’ ridicola. Abbiamo giocato un primo tempo da sbadigli e un’ottima ripresa. Così come avviene ogni qual volta la squadra comincia a denotare un’assenza di gioco, tutte le iniziative partono da Lavezzi. Praticamente nel secondo tempo si è tornati all’antico, con lui un po’ più arretrato, o sulla sinistra, che dava il via all’azione. Forse solo nell’azione del fuorigioco sbandierato a Maggio non c’è stato lo zampino del Pocho. Poi si è mangiato un gol (che io non avrei saputo segnare, sia chiaro), però l’anima ce l’ha messa.
Hamsik, il mio Hamsik, almeno visto dalla tv, ha vagato come al solito. Cavani ha dato qualche segnale di risveglio ma è evidente che la differenza tra questo Napoli e quello dell’anno scorso stia tutta in Edinson. L’anno scorso ha risolto partite praticamente da solo, con i suoi gol capitalizzava ogni azione, e la differenza si sente. Quest’anno c’è stato solo contro il Milan. E senza il bomber sarà dura.
È presto per emettere giudizi definitivi, la stagione in fondo è cominciata da un paio di mesi. E ieri il secondo tempo della squadra ha chiaramente mostrato che siamo in crescita. Però sarebbe interessante una volta tanto ascoltare dichiarazioni post-partita del nostro allenatore non improntate all’incazzatura. Dichiarare abbiamo vinto 4-0 sul piano del gioco equivale a dire che poi non è colpa mia se la squadra non finalizza. Francamente di occasioni nitide nate da uno schema – il solito schema – ce n’è stata solo una, quella del fuorigioco sbandierato a Maggio. Il tiro di Lavezzi all’ultimo secondo non è certo da un’organizzazione di gioco. In fondo Mazzarri nel post-partita è come nella partita: gioca sempre allo stesso modo e può capitare che gli altri prendano le dovute contromisure. Detto questo, tempo ce n’è, e resto ottimista: prima o poi Hamsik e Cavani cominceranno a segnare e Inler prenderà in mano la squadra. Ma un po’ di autocritica ogni tanto aiuta a migliorarsi.
Massimiliano Gallo
Ci manca Cavani. Mazzarri, invece, è sempre lo stesso
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