Sì, lo so, sono fuori tempo massimo. E so pure che dobbiamo pensare a domani, all’Atalanta e a stravincere sull’onda dell’emozione grandissima che abbiamo provato. Ma io è di emozioni che vi voglio parlare. Non di quelle provate nel guardare la partita, che ho raccontato parzialmente dalle pagine del Mattino, ma di quelle che provo ancora oggi a pensare a questa straordinaria vittoria. Ho appena visto il video di Forgione. Non lo amo, Forgione, a volte credo esageri, ma devo ammettere di essermi commossa ancora una volta a guardare una cosa così.
Si apre, manco a dirlo, con la musichetta, la nostra. Ed è già stupendo definirla nostra. Si sente l’urlo. L’urlo di quelli che c’erano. Quello che ancora mi fa venire la pelle d’oca e gli occhi lucidi, quello che ci identifica tutti e che ci rende unici e straordinari. Quello che cercavo di descrivere alla mamma di un amico di mio figlio, ieri, quando le dicevo che quello che a lei può sembrare normale è qualcosa che non si sente in nessun altro stadio del mondo se non nel nostro Tempio, che per capire cosa vuol dire il Napoli per noi devi andare almeno una volta allo stadio, in una partita così ed abbandonarti semplicemente a quello che ti succede attorno e a quello che hai dentro. E farti invadere da quella gioia e da quelle sensazioni che non proverai altrove mai più. Lei non ha capito, ma a me brillavano gli occhi mentre dicevo che la nostra malattia ti dà qualcosa in più che agli altri non è neppure lecito “sentire”. Sensazioni.
C’è qualcosa di più bello e altrettanto condivisibile come quelle che ci dà questo Napoli? Che ci ha dato martedì? Sinceramente credo di no. Forgione continua con le immagini dei gol, dell’esultanza di Cavani e della squadra, dei tifosi, l’urlo dello speaker del San Paolo, che mi diventa sempre più simpatico man mano che il tempo che passa e mi ritrovo davanti al pc ad urlare anch’io CA-VA-NI, manco fossi una deficiente. E continua ancora, mentre sotto iniziano le note dei Coldplay, Viva la Vida. La Vita.
E potrei anche fermarmi qui, ma non ci riesco, è che sono ossessionata dalla vita, questa settimana, e voglio che quest’ossessione non passi mai più a nessuno di noi. È una meraviglia questa canzone, il crescendo, intendo, le parole, il ritmo, la musica, e come ci sta bene là sotto. Un inno alla vita. E Vincenzo. Sì, lo so, non riesco a pensare ad altro. Io martedì dovrò tornare lì e lui non ci sarà. È che ha creato degli intrecci meravigliosi, Vincenzo, ora che noi amici suoi ci stiamo conoscendo tra noi, allargando il cerchio della sua vita. Vita. Io ne sento l’esplosione, nell’urlo del San paolo. Perciò perdonatemi se insisto ancora una volta, ma io sono Felice con la F maiuscola. E’ una gioia enorme, una gioia triste così. Non passerà mai più, come lui.
Guardatevi il video, adesso, così che tutti possiate commuovervi ancora una volta e ricordare per sempre quella serata fantastica in cui, nonostante le previsioni dessero pioggia, non ne è caduta neppure una goccia. Grazie Napoli, che ci fai godere così. Adesso Atalanta. Domani. Come la canzone dedicata all’Abruzzo che mi gira in testa da stamattina. Non siamo così soli. Mai. E Forza Napoli. Sempre!
Ilaria Puglia