Tutte le notizie più interessanti di Francia-Australia: le difficoltà di costruzione della squadra di Deschamps, l’età media bassissima e la bellezza della tecnologia arbitrale.
Il record di Deschamps
Cominciamo dal risultato: Francia-Australia 2-1. Gol di Griezmann (su rigore), pareggio di Jedinak (su rigore) e rete decisiva di Pogba a dieci minuti dal termine. Un veloce riassunto tattico: la squadra di Deschamps è parsa davvero povera di idee e di soluzioni di gioco, tutta poggiata sul talento sconfinato dei suoi uomini offensivi. Più organizzata l’Australia, costruita intorno a principi ben riconoscibili (costruzione bassa, copertura delle linee di passaggio, sovrapposizioni). Alla fine, i tre punti vanno alla squadra più forte, ma è certo che in una partita “vera” – contro la Spagna vista ieri, ad esempio – Deschamps e i suoi devono fare molto di pi, soprattutto a livello di squadra.
1930 – L’11 titolare odierno della Francia ?? (24 anni & 6 mesi) è il più giovane dei Bleus in un match d’esordio al Mondiale ? dal 1930 (23 anni & 11 mesi vs Messico). Futuro.#WorldCup #FranciaAustralia
— OptaPaolo (@OptaPaolo) 16 giugno 2018
19 – Kylian Mbappe (19 anni & 6 mesi) è il più giovane francese ?? della storia a giocare in un grande torneo internazionale ? (Mondiali + Europei). Fenomeno.#WorldCup #FRAAUS #FranciaAustralia
— OptaPaolo (@OptaPaolo) 16 giugno 2018
Non ci sono solo note dolenti, però. Sopra, il doppio tweet di Opta chiarisce qual è la vera forza della Francia: la programmazione, che permette di generare e rigenerare giovani talenti da lanciare subito in nazionale. Del resto, anche lo stesso Pogba, determinante ai fini del risultato, è al secondo mondiale giocato a 25 anni compiuti da poco.
L’altra bella notizia riguarda la tecnologia arbitrale. La Francia si è vista assegnare un rigore e un gol grazie agli strumenti dati all’arbitro Cunha. Abbiamo scritto del penalty (dubbio) fischiato dopo l’On Field Review. Poi c’è stato anche il gol del 2-1, convalidato grazie alla Goal Line Technology. Il pallone di Pogba è entrato di pochissimi centimetri, ma per il direttore di gara non c’è stato nessun dubbio. È una parte bellissima del calcio moderno, che grazie alla tecnologia garantisce legittimità a una decisione valutativa – anche non proprio “certa” – e oggettività quando possibile. Tutto giusto, tutto perfetto.