Il percorso di formazione di Diawara nel nuovo Napoli di Ancelotti: passaggi a lunga gittata, controlli e le indicazioni del tecnico.
Due centrocampisti
Nella sua vita precedente, Carlo Ancelotti era un centrocampista centrale. Non un regista puro, piuttosto un elemento capace di coniugare qualità e corsa in un sistema strutturato. Da Liedholm a Sacchi, allenatori diversi ma comunque di concetto, hanno apprezzato le sue qualità. Oggi, gli ultimi quindici minuti di allenamento, Amadou Diawara è stato letteralmente a lezione da Ancelotti. Come dire: un formatore niente male, per un calciatore che deve crescere. E su cui Ancelotti sembra voler puntare molto, un concetto espresso alla serata-incontro con i tifosi.
In tribuna stampa si è parlato di un allenamento tennistico. Non è un paragone azzardato, perché le esercitazioni one-to-one tra il tecnico e Diawara hanno avuto questo tipo di impostazione: scambi rapidi e poi aperture ampie palla a terra, con le porticine a delimitare lo spazio dell’obiettivo finale. Diawara, per dirla con sincerità, non è stato precisissimo nel passaggio, ma ad ogni controllo e ad ogni coordinazione Ancelotti si avvicinava ad Amadou per dargli consigli, per guidare direttamente la sua crescita. Da centrocampista a centrocampista.
Oltre Hamsik
La suggestione ormai concretizzatasi di spostare Hamsik nello slot di regista non deve far passare in secondo piano la possibile evoluzione di Diawara. Nella nostra prima guida al Napoli di Ancelotti, avevamo parlato così del suo possibile percorso di crescita con Ancelotti in panchina:
È un calciatore potenzialmente perfetto, di Ancelotti e per Ancelotti. Ha doti incredibili ma è ancora tutto da plasmare, sa giocare con naturalezza all’interno di un sistema ma con la stessa spontaneità crea e interpreta situazioni diversificate.
Difficile pensare che Ancelotti arrivai e in un attimo gli cambi ruolo e modo di stare in campo, non è che crea fuoriclasse per forza in questo modo. Semplicemente, Amadou è un giocatore ancora multiforme, ancora adattabile, versatile perché potenzialmente in grado di giocare in molti modi. E allora Ancelotti potrebbe razionalizzarlo e responsabilizzarlo, potrebbe individuare e creare il contesto migliore per valorizzare il suo talento.
Ecco, evidentemente Ancelotti sta concretizzando questa analisi preliminare. Il suo Napoli esigerà un regista diverso, anche per questo si è pensato di cedere Jorginho e di puntare sul suo upgrade e sulla nuova vita di Hamsik. Lo abbiamo scritto ieri: «Il Napoli di Ancelotti risalirà il campo in maniera diversa, giocherà velocemente nei mezzi spazi (vedi sopra e qui), aprirà in maniera diretta sugli esterni per poi rientrare verso il centro e attaccare in fase posizionale. Il possesso sarà meno sincopato, questo è il termine giusto».
Cambio di prospettiva
Nella cura personale di Ancelotti al gioco di Diawara ci sono questi concetti. Come nel tipo di esercizi fatti, un tentativo di upgrade sul gioco lungo, su quello che sarà il nuovo modo con cui il Napoli proverà a costruire la sua manovra offensiva. I passaggi ravvicinati fanno parte del corredo genetico di questa squadra, ma è partita una vera e propria missione di esplorazione spaziale su un altro pianeta. Diawara rappresenterà una scommessa suggestiva, in questo senso: nel sistema di Sarri, il centrocampista guineano era perfetto nella gestione della pressione avversaria, col suo gioco scanzonato, spericolato, ricco di personalità, a volte anche incosciente. Ora dovrà/potrà muoversi nello stesso modo, ma dovrà servire il pallone secondo altre direttrici. Quelle provate oggi sotto la supervisione di Ancelotti.
Abbiamo visto la scuola, l’esame arriverà in campo. Già a partire dall’amichevole di domenica prossima contro il Capri, un test più probante rispetto a quello contro il Gozzano. Vedremo se Ancelotti confermerà Hamsik dal primo minuto, innanzitutto. E poi vedremo girare il Napoli con un regista diverso, con giocate diversificate, come stiamo iniziando ad intuire in questi giorni. Diawara sta imparando, ha tutto il tempo, dati i 21 anni e i sei giorni di un ritiro appena iniziato. Per lui è un’avventura nuova, esattamente come per tutti noi.