Chi è e come gioca Kevin Malcuit, ma anche il senso composito del suo passaggio al Napoli: Ochoa, Luperto e il gioco di Ancelotti.
Un terzino “Ancelotti”
L’acquisto di Kevin Malcuit è praticamente ufficiale. Anzi, è stato annunciato da De Laurentiis in un’intervista a Sky. Manca solo il tweet, per usare un linguaggio che nell’ambiente del club partenopeo è tecnicistico in riferimento al calciomercato.
Quindi, si può iniziare a parlare di questa operazione, e del senso di questa operazione. Partiamo dalla pura definizione tecnico-tattica del calciatore: Kevin Malcuit è un terzino destro puro, un esterno basso di cui non ci sono testimonianze per l’utilizzo a sinistra. Il suo gioco è ammantato di dinamismo, elettricità, grande corsa e spinta offensiva. Ma anche buona tecnica, come sottolineato dal dato Opta pubblicato ieri, pochi minuti dopo le parole di De Laurentiis: Malcuit è il secondo difensore con più dribbling riusciti nella stagione 2017/2018 (57). Come produzione offensiva, un totale di 6 assist decisivi e una media di 1,1 occasioni costruite per match. Per quanto riguarda la fase passiva, media di 5 eventi difensivi a partita, tra tackle riusciti, intercetti e palloni ribattuti.
Come gioca Malcuit
È un terzino “Ancelotti”, ovvero un esterno puro con grande propensione al sostegno della manovra offensiva. L’abbiamo visto anche ieri durante l’amichevole di Dublino, durante tutto il ritiro di Dimaro. E anche Davide Ancelotti l’ha raccontato al Napolista: i terzini del nuovo Napoli giocheranno sempre in posizione avanzata, serviranno ad allargare la squadra, a muovere il pallone in ampiezza. Anzi, i giochi a due o a tre con mezzali ed esterni offensivi saranno la prima fonte creativa del gioco, attraverso cambi di campo e ricerca della superiorità numerica. Da questo punto di vista, le statistiche sono una garanzia di aderenza per Malcuit. Da registrare la fase difensiva pura, questo è vero. Ma nell’ottica di una compensazione con le qualità di Hysaj, ci sta che il Napoli abbia optato per un laterale meno conservativo.
La strategia
In qualche modo, c’è una strategia abbastanza chiara dietro questo trasferimento, e da qui in poi andiamo per deduzione. Prendendo un terzino destro senza “inclinazioni” sull’altra fascia, il Napoli sceglie e decide di non integrare il suo organico difensivo con un ambidestro. Quindi di restare con Ghoulam-Mario Rui come coppia “titolare” sulla fascia mancina. Più Luperto, probabilmente. A tredici giorni dalla fine del calciomercato, soprattutto dopo questo acquisto, non sarebbe utopico pensare e scrivere che Ancelotti abbia avallato l’idea di adattare Luperto al ruolo di laterale difensivo. Del resto, tutto il ritiro di Dimaro si è svolto nel segno di questa idea tattica.
Secona deduzione: l’infortunio di Ghoulam è meno grave del previsto, o comunque l’algerino è destinato a rientrare in tempi non troppo lunghi. I soli Mario Rui e Luperto, per valore assoluto e caratteristiche, non possono rappresentare una soluzione a lungo termine. Quindi, il Napoli che non acquista un laterale in grado di giocare sulle due fasce (dopo aver scartato Arias e Sabaly, per vari motivi), avrà o ha delle rassicurazioni certe sul titolare dello scorso anno.
Ultima constatazione logica: Guillermo Ochoa. L’acquisto di un calciatore comunitario, che non occupa lo slot rimasto libero, spiana la strada all’arrivo del portiere messicano. Probabilmente, l’indicazione più chiara in riferimento alla partita di ieri riguarda proprio la necessità di acquisire un estremo difensore più sicuro, anche come impatto emotivo sulla partita e sulla difesa. Ecco, Malcuit è un’operazione da pensare anche in questo senso, oltre che nell’idea di valorizzare Hysaj – l’albanese è da considerare ancora come titolare, pur in una gestione più ampia come quella promessa da Ancelotti.
Conclusioni
L’acquisto di Malcuit ha una progettualità chiara: alternativa numerica e concettuale (nel senso di tattica) ad Hysaj, arriva un terzino più vicino al credo tattico di Ancelotti e non occupa lo slot da extracomunitario che serve per Ochoa. Inoltre, conferma Luperto come membro del supporting cast difensivo, almeno inizialmente. Una scelta legata a diverse esigenze. E che è abbastanza costosa per la politica classica del Napoli: 11,5 milioni per un calciatore di 27 anni non sono pochi. Sono un investimento nell’immediato, più che sulla futura rivendita. Aspettiamo l’annuncio ufficiale, poi verificheremo la bontà del colpo sul campo.