Non sono un gran tifoso, gli amici napolisti che mi conoscono già lo sanno, però sono suscettibile alle passioni degli altri, per qualsiasi cosa. Se frequento persone appassionate me ne infetto, e così è successo con Massimiliano Gallo prima e quella scatenata di Ilaria Puglia poi. Non un grande tifoso, dicevo, ma abbastanza da sentire come mio quel refrain napoletano che, ovunque ti trovi nel mondo, senti postulare al telefono: “ma che ha fatto il Napoli?”. Insomma, un’accondiscendente interpretazione delle regola del fuorigioco direbbe che qui non sono completamente in off side. In linea, dài, diciamo così.
Nel mio riavvicinamento alla squadra la cosa che mi ha più colpito e alla quale non riesco ad abituarmi è che non ci sono grandi tiratori sui calci piazzati. Punizioni e rigori oggi non sembrano mai una straordinaria opportunità, almeno quanto un tempo – che io ricordi – quando per il Napoli, e non solo per quello di Maradona, erano già mezzi goal.
Cavani li tira male, sempre in basso a sinistra – lo ha detto anche la Puglia in una puntata di Radio Napolista: “non li deve tirare più”. E altri abbastanza affidabili, se ho capito bene, pare che non ce ne siano.
A questo proposito io ricordo una scena di tantissimi anni fa. In seguito all’ennesima palommella del Pibe (forse quella al Milan nell’anno dello scudetto perso/venduto ma non sono per niente sicuro), Luigi Necco era in collegamento televisivo dal San Paolo; in campo, affianco alla porta, e con l’indice indicava il set dicendo: “ecco, qui è dove è passata la palla di Maradona”. Poi ricordo una domanda conseguente rivolta allo stesso Maradona: “Come hai imparato a tirare le punizioni così?”. E quello rispose: “Non lo so, ma quest’anno ho passato mezz’ora dopo ogni allenamento a tirare punizioni”.
Ecco, geni del calcio si nasce, per carità. Ma se Maradona si allenava mezz’ora in più sui calci piazzati forse dovrebbero fare altrettanto anche Cavani e Lavezzi. E forse anche l’altro, se ci si dedicasse, non sarebbe male. Potrebbe ingarrare qualche magia, o rimanere “Hamsik, l’artefice magico” come quell’illusionista di Eduardo che non ne azzeccava una. Provare non costa.
Francesco Nardi (’o webmaster)